La strutturazione dell’opera tra segno e colore è la dimensione entro la quale si libera la fantasia lirica dell’artista. L’immagine è musica, dove note musicali armonizzate diventano poesia. La novità che si può rinvenire nelle sue opere è la diversificazione di soluzioni prospettiche entro cui si muove l’emozione del colore. Si svela una sorta di architettura intrinseca, in cui convergono gli elementi portanti, spesso tridimensionali. Sono essi tracce visibili di un’interiorità che trasforma il reale, per addivenire “oltre l’immagine”. L’astrazione a cui mira la ricerca di Alessia Tortoreto emerge dall’energia dei cromatismi in giochi combinatori che suscitano, nella tecnica ben acquisita del polimaterico, un’emozione tutta mentale. Le traiettorie, le variazioni delle gradazioni cromatiche negli equilibri di armonizzazioni talora geometriche, sottolineano la proiezione dal finito verso l’infinito. Illusioni ottiche, sospese tra realtà e apparenza. Una percezione di sensorialità di grande fascino.
« Fabrizia Buzio Negri – critica d’arte /giornalista »
Le opere di Alessia Tortoreto rispettano in pieno l’originalità di uno stile inconfondibile che ci costringono ad andare oltre la realtà oggettiva della materia, delle forme, delle immagini stesse. L’artista conduce l’osservatore con uno scritto, quasi una sorta di canovaccio, in modo che nell’interpretazione soggettiva del dipinto possa avvalersi di alcuni spunti, ma poi sia concesso ampio spazio di accesso ai sentimenti, alle emozioni, alla fantasia, alle intuizioni, alle riflessioni del singolo. « L’immagine – annota l’autrice – è espressione e rivelazione di valori simbolici, come traduzione e trasposizione di significati, come interpretazione immediata nella dinamicità e mutabilità del pensiero. L’immagine è contemplazione di un’emozione vissuta, trasformata in un ricordo che accende i sogni e conduce inesorabilmente alla riflessione. È l’immagine della vita che si presenta nel lento fluire del tempo, nei ritmi sempre uguali ed immutabili della consuetudine o in quelli sempre diversi dell’illuminazione improvvisa che è unica, immediata, irripetibile. L’immagine è percezione di un sentire, è densità di infinite esistenze, è linguaggio dai molteplici segni, è susseguirsi di frammenti di quotidianità, è lotta fra emozioni contrastanti che coinvolgono l’essere nell’interiorità di un conflitto inesprimibile. L’immagine è idea tradotta in realtà d’essere materia tangibile, proiezione geometrica del pensiero. Lo scritto dell’artista evidenzia la sua personale cultura, la conoscenza degli effetti terapeutici della cromoterapia, la capacità di abbinare competenze tecniche specifiche a evasioni, artifici, evoluzioni artistiche solo apparentemente razionali e informali, unici strumenti in grado di introdurci nel suo universo interiore per accedere alla conoscenza dell’essenza che si cela « oltre l’immagine ».
« prof. Giuseppina De Maria »
La lunga sperimentazione di Alessia Tortoreto ha da sempre prodotto una “pittura/scultura” unica ed originale. Attraverso un’introspezione filosofica ha affrontato temi importanti alla sopravvivenza del nostro “spirito”. Attraverso forme, colori, spazi, ombre, luci, in un elegante divenire e trasformarsi, Alessia colpisce, con modalità differenti, la sensibilità dello spettatore. Il colore dà forza alla superficie tridimensionale che fuoriesce dall’opera e incontra lo spettatore per esprimere e raccontare “qualcosa”. Con l’energia del movimento si racconta la vita, la sofferenza, la speranza. Nelle sue opere c’è sempre un “filo” che collega cielo e terra, la nascita e la morte che non hanno confini e si rivelano con luci e ombre che coinvolgono lo spazio circostante in un vortice dinamico. Il filo conduttore delle opere dell’artista, che attraverso espressioni simboliche personali quali “tracce” inconfondibili nella dinamicità della materia, guida lo spettatore ad uscire dalla sofferenza umana che caratterizza la nostra epoca ed andare verso l’intuizione e la libertà. Dunque attraverso gli effetti terapeutici del colore, ben equilibrati e la sua conciliazione tra la dimensione spaziale e temporale, ci costringe ad andare “oltre la realtà” e “oltre il pensiero”. L’emozione fuoriesce dal “quadro – scultura” e arricchisce lo spettatore di nuove e intense energie e sembra come in uno spartito musicale dettare il “ritmo compositivo” tra il colore puro e la sua forza espressiva.
« Nadia Tortoreto – architetto e psicologa clinica »